Storia di un tumore al seno destro



venerdì 29 gennaio 2010

L'operazione

17 Ottobre 2009

Finalmente vengo operata. Mio fratello mi accompagna. Il reparto del dott. Moretti è meglio di un albergo. Stanze a due, con una tv per persona. Purtroppo mi fanno aspettare dalle 745 alle 13. Lì per lì non ci penso più di tanto, conosciamo delle persone che stanno aspettando che la loro figlia esca dalla sala operatoria per una operazione come la mia.
Poi però mi dicono che mi devo preparare. Panico. Non voglio, perché questo a me, paura! Il pianto al solito vince su tutto, vedo anche mio fratello preoccupato. Poi mi mettono in barella e mi portano via. Oddio come vorrei che mio fratello li fermasse. Non tornerò più come prima, vado a farmi mutilare definitivamente.
Mi portano in sala operatoria, le infermiere che mi portano hanno un cappellino tutto colorato, troppo carino. E son tanto gentili con me. Lo apprezzo tanto.
In sala operatoria fa un freddo cane. E' pieno di gente tutta indaffarata. Appena entro si avvicina una tipa carina, col viso dolce e sorridente con la cuffietta da chirurgo. Non mi riconosci? Era la Tommasi. Che piacere vedere il suo viso dolce. Poi però torna al suo lavoro. Nel frattempo una ragazza mi prende il braccio e mi dice che deve mettermi l'ago della flebo. Comincia a infilzare la mano, e non finisce più! Un dolore forte! Le chiedo se ha finito e lei con tono imbarazzato: hehehe si è rotta la vena... Mi prende l'altro braccio (dal lato in cui dovevo operarmi) e mi infila l'ago, sempre facendomi un male cane. Arriva un'altra persona che urla: ma dove le hai messo l'ago?? Deve essere operata da quel lato!! E mi ritolgono l'ago. Stavolta però quest'ultima persona me lo infila in un secondo senza dolore nella mano giusta....
Poi arriva Sanchez. Ride che sto ancora piangendo ma mi tranquillizza.
E poi non ricordo più niente.

Mi fanno una mastectomia del seno destro con asportazione di tutti i linfonodi della ascella destra. Esco alle 1730 dopo 5 ore. Ho ricordi confusi di questo momento. Ricordo bene il freddo gelido, peggio di una tortura. Sembrava di essere nuda su dei ghiaccioli. Avevo l'impressione di non poter più recuperare il calore. E poi i talloni indolenziti.
Sul fianco due sacchetti per il drenaggio. Il braccio mi fa male e non riesco a muoverlo. Ma il dolore nel complesso non lo ricordo più, non è mai stato troppo forte.
Sono stanca, sfinita. Ma sollevata. Sarà l'anestesia, ma ho l'impressione che un macigno sia stato tolto dalla mia testa.
Sanchez informa mio fratello che l'operazione è andata bene e che tutto il tumore è stato asportato.
Comincia così il periodo di degenza.

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